Anoressia Nervosa
L’anoressia è un disturbo del comportamento alimentare che può mettere a repentaglio la vita di chi ne è colpito. Questa patologia si manifesta con il rifiuto attivo di mantenere il proprio peso, perseguendo una diminuzione di oltre il 15 % sul peso normale alla ricerca di un “peso ideale”.
Anoressia Nervosa
L’anoressia è un disturbo del comportamento alimentare che può mettere a repentaglio la vita di chi ne è colpito. Questa patologia si manifesta con il rifiuto attivo di mantenere il proprio peso, perseguendo una diminuzione di oltre il 15 % sul peso normale alla ricerca di un “peso ideale”.
Questo disturbo è inoltre caratterizzato dalla paura di aumentare di peso, da un’immagine distorta del proprio corpo e, nelle donne, dall’amenorrea che si manifesta con la mancanza di almeno tre cicli mestruali consecutivi. A volte le persone che ne soffrono si lasciano morire di fame e assumono dosi massicce di lassativi a seconda della perdita di peso di cui soffrono. Questi atteggiamenti possono essere molto dannosi per il corpo. Le persone che manifestano problematiche crescenti relative al cibo o al peso, possono trarre beneficio da una migliore conoscenza delle proprie capacità cognitive e di relazione con il prossimo.
Anoressia significa letteralmente perdita dell’appetito, tuttavia questo non è il corretto sintomo di questa patologia. Infatti chi soffre di anoressia pur essendo affamato controlla il proprio appetito.
Queste tendenze vengono spesso espresse con il desiderio di cucinare per gli altri e di nascondere il cibo che non mangeranno in posti nascosti.
CHE COSA FA SVILUPPARE L’ANORERSSIA?
Come la maggior parte dei disturbi del comportamento alimentare tende a manifestarsi in età immediatamente pre o post puberale, ma si può manifestare in occasione di qualsiasi evento che coincida con un cambiamento di vita. L’anoressia nervosa affligge prevalentemente le ragazze adolescenti anche se si può manifestare in donne adulte e uomini. Uno dei motivi per i quali le adolescenti ne vengono colpite é la loro tendenza a seguire delle diete estreme per mantenere una “linea” ideale. Questo approccio ossessivo per le diete riflette anche l’eccessiva importanza che la società contemporanea attribuisce all’ideale di essere magri, tendenza che viene evidenziata dalle campagne pubblicitarie e dai media. Altre categorie a rischio di disturbi dell’alimentazione sono gli atleti, gli attori e le modelle, per i quali mantenere la linea è diventato un requisito professionale.
QUANTE PERSONE SOFFRONO DI ANORESSIA?
Stime prudenziali riferite agli Stati Uniti riportano che circa lo 0,5 / 1 % della popolazione femminile soffre di anoressia.
Poiché più del 90 % di coloro che ne sono affetti sono ragazze adolescenti o giovani, si può dire che questo disturbo colpisce principalmente le donne. Tuttavia si deve tenere presente che la malattia è stata diagnosticata anche in ragazzi di meno di 7 anni e in donne di 50/60/70 e perfino 80 anni.
COME SI MANIFESTA LA PERDITA DI PESO?
Le persone affette da anoressia di norma perdono peso diminuendo la quantità di cibo consumata. In molti casi la nutrizione viene ridotta a meno di 1.000 calorie al giorno. La maggior parte evita di ingrassare o assumere cibi ipercalorici ed elimina in parte o del tutto il consumo di carne. La dieta degli anoressici si basa quasi completamente su vegetali a basso contenuto calorico come lattuga, carote, yogurt.
QUALI SONO I SINTOMI PIÙ COMUNI DELL’ANORESSIA?
I sintomi distintivi dell’anoressia nervosa sono il rifiuto e ossessione per il cibo e il proprio peso. In realtà tutti i disturbi alimentari condividono questi aspetti di alimentazione squilibrata o incontrollabile. Uno degli aspetti più pericolosi di questo disturbo è che le persone affette continuano a considerarsi grasse anche quando sono ridotte a pelle e ossa.
Le unghie e i capelli diventano fragili, la pelle diventa secca e gialla. La depressione spesso accomuna le persone anoressiche. Spesso si manifesta una sensazione di freddo (ipotermia) poiché si verifica un abbassamento della temperatura corporea. A volte si sviluppa una peluria lunga e fine, il corpo infatti tenta di limitare la dispersione di calore.
A volte gli anoressici sviluppano particolari atteggiamenti nel prepararsi il cibo come tagliarlo in pezzettini, rifiutano di mangiare in presenza di altri, cucinano per gli altri complessi piatti che non mangiano. Il cibo ed il peso diventano un’ossessione, infatti le persone affette da questa patologia non fanno altro che pensare al loro prossimo pasto.
In linea di massima le persone che pensano di essere affette da anoressia devono rivolgersi ad un medico al fine di escludere la presenza di altre malattie.
QUALI SONO LE CAUSE DELL’ANORESSIA?
Le cause di questa malattia non sono ancora chiare, infatti possono essere molteplici. Nel tentativo di risalire alle origini dei disturbi dell’alimentazione gli studiosi hanno preso in considerazione la personalità, il bagaglio genetico, l’ambiente e le caratteristiche biochimiche dei pazienti. Alcuni tratti della personalità che accomunano le persone anoressiche sono una scarsa stima di sé stessi, asocialità, e una tendenza al perfezionismo. Questi soggetti si rivelano spesso buoni studenti ed ottimi atleti.
I disturbi dell’alimentazione si ripetono spesso fra gli appartenenti alla stessa famiglia, in particolare fra i parenti di sesso femminile. Una ragazza ha una possibilità da 10 a 20 volte superiore di sviluppare l’anoressia se per esempio ha un fratello o una sorella affetti da questa patologia. Queste scoperte farebbero pensare che fattori genetici siano alla base della predisposizione ai disturbi del comportamento alimentare o l’apprendimento dai famigliari del mito della magrezza. Modi comportamentali e l’ambiente possono rivelarsi concause.
I disturbi dell’alimentazione sono diffusi soprattutto nei Paesi occidentali ed in quelli industrializzati, dove la magrezza è diventata un modello di fascino. Certamente gli stress possono aumentare il rischio dei disturbi del comportamento alimentare, ma possono essere causa anche di altri disturbi della personalità.
Ricerche effettuate sulle caratteristiche biochimiche dei pazienti affetti da disturbi del comportamento alimentare hanno rilevato che i neurotrasmettitori “serotinina” e “noradrenalina” sono presenti in numero minore in coloro che soffrono di anoressia, caratteristica che li avvicina a coloro che soffrono di depressione. Queste caratteristiche sono confermate da studi che hanno dimostrato che alcuni antidepressivi possono essere utilizzati con successo nella cura di questi disturbi. Persone affette da anoressia tendono spesso ad avere un tasso di “cortisolo” (un ormone prodotto dal cervello in situazioni di stress) e “vasopressina” (un ormone prodotto dal cervello in quantità anormali in pazienti affetti da “disturbo ossessivo-compulsivo”) più alto del normale
Altri scompensi psichici possono accompagnare l’anoressia come il “disturbo ossessivo-compulsivo”, la tendenza all’autolesionismo o i “disturbi bipolari”.
In genere i farmaci antidepressivi possono essere efficaci nella cura delle persone affette da anoressia, ma la terapia più efficace si è rivelata il riuscire a fare raggiungere un peso vicino alla norma. Anche una psicoterapia individuale e familiare può aiutare.
QUALI SONO GLI EFFETTI COLLATERALI SULLA SALUTE?
L’inedia sofferta dagli anoressici può causare danni a organi vitali quali cuore e cervello.
Il ritmo respiratorio, il battito cardiaco e la pressione sanguigna diminuiscono ed a volte chi soffre di questa patologia è affetto da aritmie o problemi cardiaci. Un’alimentazione povera causa la decalcificazione delle ossa che diventano fragili e soggette a rotture. Nei casi più gravi gli anoressici possono lasciarsi morire per denutrizione. I disturbi dell’alimentazione presentano il più alto tasso di mortalità tra i disturbi della personalità, annoverando un tasso di mortalità del 6 %.
SONO DISPONIBILI DELLE CURE?
Per fortuna la maggior parte degli effetti collaterali che hanno colpito gli anoressici si sono rivelati reversibili alla loro guarigione. E’ fondamentale che il disturbo sia diagnosticato e curato tempestivamente; questi disturbi vengono curati con maggior successo quando diagnosticati sul nascere.
Alcuni pazienti possono essere curati a domicilio, altri devono ricorrere al ricovero per bloccare la pericolosa perdita di peso. La maggior parte dei pazienti riguadagnerà peso al ritmo di 150/200 grammi alla settimana.
Per aiutare le persone affette da anoressia a guarire si fa ricorso a diversi metodi. La psicoterapia, necessaria per affrontare alcuni disturbi latenti dell’anoressia. A volte si ricorre ad una terapia cognitivo-comportamentale per correggere alcune convinzioni e comportamenti errati. La terapia di gruppo o familiare viene anche utilizzata al fine poter rendere partecipi anche gli altri familiari delle proprie problematiche. Solo uno psichiatra è in grado di prescrivere i farmaci appropriati per la cura. Infine sarà necessario rivolgersi ad un dietologo che prescriva la dieta appropriata.
Bulimia Nervosa
La bulimia nervosa è un grave disturbo del comportamento alimentare caratterizzato da una tendenza autolesionista, per mezzo di una alimentazione smodata unita ad una ricorrente ossessione di tenere sotto controllo il proprio peso. Si può manifestare in concomitanza con altre patologie psichiatriche come “disturbo bipolare”, autolesionismo, “disturbo ossessivo”, “disturbi dissociativi dell’identità”.
Bulimia Nervosa
CHE COS’ E’ LA BULIMIA NERVOSA?
La bulimia nervosa è un grave disturbo del comportamento alimentare caratterizzato da una tendenza autolesionista per mezzo di una alimentazione smodata unita ad una ricorrente ossessione di tenere sotto controllo il proprio peso. Si può manifestare in concomitanza con altre patologie psichiatriche come “disturbo bipolare”, autolesionismo, “disturbo ossessivo”, “disturbi dissociativi dell’identità”. L’alimentazione smodata si può definire come la tendenza ad assumere grandi quantità di cibo in breve tempo. Si tende spesso a prediligere i dolci, cibi ipercalorici e con una consistenza che ne faciliti l’ingestione in breve tempo. Lo “sconveniente comportamento compensativo” a controllarsi continuamente il peso si accompagna a volte a pratiche “liberatorie” (vomito procurato, abuso di lassativi, diuretici, clisteri) o pratiche “non liberatorie” (come eccessive pratiche ginniche). Per coloro che praticano un’alimentazione smodata a volte qualsiasi quantità di cibo, anche mezza mela o in insalata, viene percepita come smodata e vomitata.
Le persone affette da bulimia nervosa spesso mancano di autocontrollo quando mangiano in modo smodato. Quasi sempre assumono i pasti in segreto trangugiando e con poca masticazione. Al termine dell’abbuffata si manifestano spesso dolori di ventre. Al termine del pasto i bulimici provano un senso di colpa e si liberano dall’eccesso di calorie.
Si può ipotizzare la presenza della bulimia quando una persona assume almeno due pasti smodati alla settimana per almeno tre mesi. Le maggiori problematiche che caratterizzano i disturbi del comportamento alimentare sonol’importanza assegnata al cibo ed al proprio peso con priorità su tutti gli altri problemi personali.
QUALI SONO I SOGGETTI ALLA BULIMIA?
La Bulimia nervosa si manifesta in genere nell’adolescenza. Come per l’anoressia nervosa colpisce principalmente il sesso femminile. Solo dal 10 al 15 % della popolazione affetta è di sesso maschile. Si stima che il 2 / 3 % delle giovani (stime USA n.d.t.) sia affetta da bulimia contro lo 0,5 / 1 % affette da anoressia. Ricerche hanno stabilito che circa il 50 % delle persone sofferenti di anoressia tendono poi ad essere affette da bulimia.
Si ritiene che più di sette milioni di donne e un milione di uomini (stime USA n.d.t.) soffre di queste patologie solamente negli Stati Uniti. Da qui nasce la necessità di un’opera di prevenzione soprattutto nelle scuole, prevenzione particolarmente rivolta alla popolazione femminile.
COME CONTROLLANO IL LORO PESO I BULIMICI?
I bulimici sono ossessionati dalla linea e dal loro peso. Fanno continui tentativi di tenere sotto controllo il peso per mezzo di diete. Ricorrono al vomito, a medicinali per stimolare le funzioni intestinali e alla diuresi, a esercizi ginnici spinti all’eccesso. Le fluttuazioni di peso sono una caratteristica a causa dell’alternarsi di pasti smodati e pasti ridotti. A differenza di chi soffre di anoressia i bulimici mantengono un peso entro limiti di normalità. Nondimeno molte persone sovrapeso che si sono sottoposte ad una dieta iniziano a vomitare per mantenere il peso raggiunto.
QUALI SONO I SINTOMI PIÙ COMUNI DELLA BULIMIA?
Una costante ossessione di tenere sotto controllo il peso ed il cibo sono i sintomi primari della bulimia. L’erosione dello smalto dei denti (dovuto all’acido del vomito) e l’abrasione del dorso delle mani ( causato dalla ripetuta introduzione delle dita nella gola) sono indicatori comuni della tendenza a procurarsi il vomito.
Una modesta percentuale di bulimici mostrano un gonfiore delle ghiandole paratiroidi vicino alle guance. Le persone bulimiche possono anche soffrire di irregolarità nei cicli mestruali e di una diminuzione dell’attività sessuale. Vengono spesso rilevate delle forme di depressione così come mal di gola e dolori addominali.
Nonostante questi sintomi rivelatori, risulta difficile accorgersi dell’insorgere della bulimia.
Il mangiare smodato e il purgarsi o il vomitare viene spesso fatto in segreto e può essere facilmente tenuto nascosto da una persona con un peso nella norma che si vergogna del proprio comportamento ma che si sente costretta a continuare per tenere sotto controllo il proprio peso. Questa preoccupazione e questo comportamento consentono alla persona di spostare la propria attenzione da sensazioni di dolore e ridurre la tensione e l’ansia perpetuando la necessità di questi comportamenti.
VI SONO GRAVI COMPLICAZIONI PER LA SALUTE?
Le persone affette da bulimia, anche quelle che mantengono un peso normale, possono causare gravi danni al proprio fisico per il frequente ricorrere al vomito ed ai lassativi. Scompensi “elettrolitici” e disidratazione si possono manifestare e causare problemi cardiaci e, a volte, portare alla morte. In rari casi il vomitare può provocare lesioni allo stomaco ed il ricorrere ai lassativi può procurare disfunzioni cardiache a seguito di perdita di minerali vitali come il potassio.
CONOSCIAMO LE CAUSE DELLA BULIMIA?
Di certo la presenza nella nostra cultura di una mania per la magrezza ha la sua influenza.
Esiste qualche indizio che l’obesità infantile e quella dei genitori predispongano gli individui a sviluppare la bulimia. A volte la preoccupazione dei genitori per un figlio eccessivamente grassottello può costituire una causa. Alcuni bulimici percepiscono una sorta di euforia quando vomitano. A volte i bulimici non riescono a controllare l’assunzione di alcool e droghe. I disturbi del comportamento alimentare come l’anoressia e la bulimia tendono ad essere ereditari e le ragazze risultano essere più soggette. A seguito di studi recenti i ricercatori hanno accertato in alcuni bulimici la diminuzione di alcuni neurotrasmettitori (serotonina e noradrenalina). Molto probabilmente la combinazione di fattori ambientali con quelli biologici portano allo sviluppo di questo disturbo. All’inizio degli anni settanta la maggior parte delle persone affette da questi disturbi era convinta di essere l’antesignana di questi problemi. Come per l’anoressia nervosa, i comportamenti associati alla bulimia consentono un temporaneo sollievo dalle tensioni e permettono ai malati di allontanare la loro attenzione da altre problematiche percepite come irrisolvibili, concentrandosi invece sui problemi del peso e del cibo.
SONO DISPONIBILI CURE PER LA BULIMIA?
La maggior parte delle persone che soffrono di bulimia possono essere curate ambulatoriamente dal momento che non corrono il rischio di lasciarsi morire di fame come gli anoressici. Tuttavia, se la bulimia sfugge al controllo, il partecipare a una psicoterapia di gruppo per la cura degli scompensi alimentari può aiutare le persone bulimiche a modificare le loro abitudini alimentari. Le terapie di gruppo sembrano aver dato i migliori risultati per le adolescenti e le donne di giovane età per la comprensione reciproca che si stabilisce tra i membri del gruppo. Nelle terapie di gruppo viene offerta la possibilità di dialogare con altre persone con gli stessi problemi. Le terapie di gruppo hanno dato migliori risultati anche con gli studenti. D’altro canto gruppi di auto-aiuto possono essere frequentati per quanto tempo si vuole, offrono orari flessibili, e generalmente sono gratuiti. A volte le persone affette da disturbi del comportamento alimentare sono incapaci di avvicinare gruppi di auto-aiuto o frequentare delle terapie di gruppo senza l’incoraggiamento di uno psicoterapista.
Una psicoterapia “cognitivo-comportamentale” è risultata di aiuto a molti bulimici. Si apprende a concentrarsi sull’autocontrollo delle abitudini “liberatorie” e alimentari così come a cambiare l’errato approccio al disturbo. La terapia “cognitivo-comportamentale” viene spesso associata ad una consulenza del dietologo e ad antidepressivi come la fluoxetina (Prozac).
Un piano terapeutico dovrà essere preparato a seconda delle necessità della singola persona e certamente un piano di cure che coinvolga la consulenza di vari specialisti darà i migliori risultati. E’ importante sviluppare un approccio alla malattia che coinvolga il supporto dei famigliari del malato e della comunità (gruppi di auto-aiuto o altro genere di supporti messi a disposizione dalla società).
Depressione Maggiore
La Depressione Maggiore è un grave disturbo che colpisce ogni anno dal 5 al 10% della popolazione adulta. Diversamente da un normale sensazione di tristezza, di perdita o di un transitorio stato di cattivo umore, la Depressione Maggiore presenta caratteristiche di persistenza e può interferire pesantemente sul modo di pensare di un individuo, sul comportamento, l’umore, l’attività ed il suo benessere fisico. Fra tutte le patologie la depressione maggiore è la più frequente causa di invalidità in molti Paesi sviluppati.
Depressione Maggiore
Che cos’è la Depressione Maggiore?
La Depressione Maggiore è un grave disturbo che colpisce ogni anno dal 5 al 10% circa della popolazione adulta. Diversamente da un normale sensazione di tristezza, di perdita o di un transitorio stato di cattivo umore, la Depressione Maggiore presenta caratteristiche di persistenza e può interferire pesantemente sul modo di pensare di un individuo, sul comportamento, l’umore, l’attività ed il suo benessere fisico. Fra tutte le patologie la depressione maggiore è la più frequente causa di invalidità in molti Paesi sviluppati.
Le donne sono colpite da Depressione Maggiore in numero doppio rispetto agli uomini. La depressione maggiore può colpire ad ogni età anche nella fanciullezza, nella gioventù e nell’età adulta. Tutti i gruppi etnici, razziali o sociali possono essere affetti dalla depressione. Almeno tre quarti di coloro che sono stati colpiti da un primo episodio di depressione ne saranno colpiti da un altro durante il resto della vita. Alcune persone sono colpite da più episodi durante l’anno. Se non debitamente curati gli episodi di depressione possono durare dai sei mesi a un anno. Se non curata la depressione può portare al suicidio.
La Depressione Maggiore, nota anche come depressione clinica o depressione unipolare, è solo una delle varie forme di disturbo depressivo. Altre forme di depressione sono la distimia (depressione cronica con sintomi meno intensi), e la depressione bipolare (la fase depressiva del disturbo bipolare). Le persone che soffrono di disturbo bipolare provano sia la depressione che disturbi maniacali. I disturbi maniacali comprendono stati anormali di sovreccitazione o di irritabilità, eccessiva stima di sé, eccessiva attività, pensiero e loquacità.
Quali sono i sintomi della depressione maggiore?
L’inizio del primo episodio di depressione maggiore può non essere evidente se è graduale e leggero. I sintomi della depressione maggiore sono caratterizzati da importanti cambiamenti nelle abitudini della persona:
- Un persistente umore triste o irritabile
- Importanti variazioni nelle abitudini del dormire, appetito e del movimento
- Difficoltà nel pensare, della concentrazione, e della memoria
- Lentezza dei movimenti o agitazione
- Mancanza di interesse o piacere nelle attività che invece prima interessavano
- Sensazione di colpevolezza, di inutilità, mancanza di speranze e senso di vuoto
- Pensieri ricorrenti di morte o di suicidio
- Sintomi fisici persistenti che non rispondono alle cure come mal di testa, problemi di digestione, dolori persistenti
Quando si manifestano contemporaneamente più di uno di questi sintomi, durano più di due settimane e interferiscono con la normale attività si dovrà ricorrere alle cure del medico specialista.
Quali sono le cause della depressione maggiore?
La Depressione Maggiore non può essere ricondotta ad una sola causa. Fattori psicologici, ambientali, biologici, possono tutti contribuire al suo sviluppo. Qualunque sia la causa specifica della depressione, ricerche scientifiche hanno appurato che la depressione maggiore si traduce alla fine in un disturbo biologico del cervello.
Noradrenalina, serotonina e dopamina sono tre neurotrasmettitori (connettori chimici che trasmettono segnali tra le cellule cerebrali) che si ritiene siano coinvolti nella depressione maggiore. Gli scienziati ritengono che qualora si manifesti uno squilibrio chimico in questi neurotrasmettitori ne risulterebbe uno stato di depressione. I farmaci antidepressivi agiscono incrementando la disponibilità di neurotrasmettitori o variando la sensibilità dei recettori di questi connettori chimici.
I ricercatori hanno anche appurato una predisposizione genetica alla Depressione Maggiore. Vi è una maggior possibilità di essere colpiti dalla depressione quando si sono verificati dei casi nella famiglia. Non tutti coloro che presentano una predisposizione genetica alla depressione ne sono affetti, ma alcune persone hanno un configurazione biologica che li rende particolarmente vulnerabili. Fatti di vita, come la morte della persona amata, una perdita o un cambiamento di particolare importanza, lo stress cronico, abuso di alcol e di droghe, possono innescare episodi di depressione. Anche alcune malattie come le patologie cardiache e il cancro e alcuni medicamenti possono innescare la depressione. E’ importante sottolineare che molti episodi depressivi si manifestano in modo autonomo senza essere innescati da crisi, malattie o altri fattori di rischio.
Come viene curata la Depressione Maggiore?
Anche se la Depressione Maggiore può essere una malattia molto grave può essere molto ben curata. Tra l’80 e il 90 % di coloro che ne soffrono possono essere curati efficacemente e tornare alle loro normali attività e ritmo di vita. Sono disponibili differenti tipi di cure, la cui scelta dipende dall’individuo affetto, dalla gravità e dalle caratteristiche del disturbo.
Tre sono i tipi fondamentali di cure: farmaci, psicoterapia, terapia elettroconvulsivante (ECT).
Possono essere utilizzate singolarmente o contemporaneamente.
- Farmaci: i primi farmaci antidepressivi sono stati introdotti negli anni ’50.
Gli antidepressivi triciclici (TCA) – ancora molto usati per le depressioni gravi. I TCA risollevano l’umore negli individui depressi, ristabiliscono un ritmo normale del sonno, dell’appetito e del livello di energia; ma richiedono tre o quattro settimane perché la persona abbia risposta positiva al trattamento. Questi farmaci comprendono: amitriptilina (Laroxil, Adepril,Triptizol), desimipramina (Nortimil), dotiepina (Protiaden), imipramina (Tofranil), nortriptilina (Noritren).
Inibitori delle monoaminossidasi (IMAO) – sono spesso efficaci nelle persone che non rispondono ad altri farmaci, o che soffrono di depressioni “atipiche” con forte ansia, sonno eccessivo, irritabilità, ipocondria, o caratteristiche fobiche. In Italia è in commercio solo Aurorix (moclobemide), un IMAO di seconda generazione, con meno effetti collaterali.
Inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) – hanno un’azione specifica sul neurotrasmettitore serotonina. Generalmente gli SSRI causano meno effetti collaterali indesiderati dei TCA e degli IMAO. Questi farmaci comprendono: fluoxetina (Prozac, Fluoxeren, Formulazione generica), sertralina (Zoloft, Tatig), paroxetina (Seroxat, Eutimil, Sereupin, Formulazione generica), citalopram (Seropram, Elopram), escitalopram (Cipralex, Entact) e fluvoxamina (Maveral, Fevarin, Dumirox).
Inibitori selettivi della ricaptazione della noradrenalina (SNRI) – In generale gli SNRI danno meno effetti collaterali indesiderati dei TCA e degli IMAO. Questi farmaci hanno un’azione specifica sul neurotrasmettitore noradrenalina e comprendono la venlafaxina (Efexor) e la duloxatina.
Farmaci bloccanti la ricaptazione della dopamina: si tratta di una nuova classe di antidepressivi. Il bupropione (Ziban) agisce sui neurotrasmettitori dopamina e noradrenalina. In generale il bupropione causa meno effetti collaterali dei TCA e degli IMAO.
Chi fa uso di farmaci antidepressivi ed i loro famigliari devono prestare attenzione particolare durante le prime fasi di assunzione perché le capacità di reagire e prendere decisioni possono ritornare prima del miglioramento dell’umore.
In questa fase, quando è più facile mettere in atto decisioni ma la depressione è ancora grave, il pericolo di suicidio può aumentare.
- Psicoterapia: vi sono differenti tipi di psicoterapia che hanno dimostrato di essere efficaci per combattere la depressione compresa la terapia cognitivo-comportamentale e la psicoterapia di gruppo. Ricerche hanno dimostrato che depressioni lievi possono spesso essere curate utilizzando una di queste due terapie. Tuttavia, la depressione grave sembra essere meglio curabile utilizzando in combinazione la psicoterapia e i farmaci.
La terapia cognitivo-comportamentale aiuta ad allontanare i pensieri negativi e i comportamenti non soddisfacenti associati alla depressione, insegnando nel contempo come sbarazzarsi dei comportamenti che contribuiscono al disturbo.
La Psicoterapia di gruppo è volta in particolare a migliorare i rapporti interpersonali e a trovare un adattamento dei nuovi ruoli che possono essere stati associati allo stato di depressione di una persona.
- Terapia elettroconvulsivante (ECT) è un trattamento di grande efficacia per combattere i più gravi episodi di depressione detti anche melanconia. In circostanze nelle quali farmaci e psicoterapia o una combinazione dei due metodi si rivelassero inefficaci o di efficacia troppo lenta per rimuovere sintomi psicotici e pensieri suicidi, l’ECT può essere presa in considerazione. L’ECT può inoltre essere utilizzata per coloro che per qualche ragione non tollerano la terapia farmacologia.
Quali sono gli effetti collaterali dei farmaci antidepressivi?
Tutti i farmaci provocano degli effetti collaterali che variano a seconda del farmaco e soprattutto della sensibilità delle singole persone, che è su base genica. Circa il 50 per cento delle persone che assumono antidepressivi provano effetti collaterali durante le prime settimane di assunzione, tuttavia questi effetti sono generalmente temporanei e non gravi. Alcuni effetti che possono rivelarsi particolarmente fastidiosi possono spesso essere eliminati variando la dose del farmaco, cambiando farmaco o curando gli effetti collaterali con un farmaco specifico.
Effetti collaterali comuni degli antidepressivi triciclici ( TCA) comprendono: bocca secca, stitichezza, problemi sessuali, problemi pressori, sudorazione, vertigini, irritazione della pelle, appannamento della vista, aumento o perdita di peso.
Le persone che assumono farmaci IMAO devono evitare i cibi affumicati, fermentati o piccanti e ad alcune bevande o ad altri farmaci perché possono causare un grave e pericoloso aumento di pressione in combinazione con questa cura. Effetti meno gravi possono essere mal di testa, aumento di peso, bocca secca, insonnia.
I nuovi antidepressivi SSRI tendono ad avere minori e meno importanti effetti collaterali come ad esempio nausea, nervosismo, insonnia, diarrea, eritemi della pelle, effetti riguardanti la sfera sessuale (problemi riguardo all’eccitamento e all’orgasmo), perdita o aumento di peso.
Commenti recenti